Ieri l’INPS ha pubblicato un messaggio in cui detta le istruzioni nel caso si volesse COLMARE il buco contributivo derivante dallo stralcio delle cartelle esattoriali sotto i mille euro.
Con le varie rottamazioni infatti il Governo ha previsto anche la cancellazione automatica dei crediti affidati all’agente della riscossione dalle amministrazioni statali, dalle agenzie fiscali e dagli enti pubblici previdenziali, dal 1° gennaio 2000 al 31 dicembre 2015, di importo residuo, alla data del 31 dicembre 2022, fino a mille euro, comprensivo di capitale, interessi per ritardata iscrizione a ruolo e sanzioni.
Questo ha comportato, nel caso in cui le cartelle riguardassero contributi previdenziali, la presenza di “buchi” nella propria posizione contributiva ai fini pensionistici (cioè si rischia di andare in pensione più tardi perchè non ci sono i versamenti).
Quindi chi fosse interessato a “colmare” questi buchi può presentare un’articolata domanda ENTRO IL 10 NOVEMBRE direttamente all’Inps in cui chiede il riconteggio delle somme mancanti. Il versamento delle stesse (comprensive ANCHE DI SANZIONI PER TARDIVO PAGAMENTO) andrà effettuato entro e non oltre il 31 dicembre 2023 in un’unica soluzione o a rate.
In considerazione delle diverse procedure di stralcio sono stati istituiti due distinti modelli, nei quali indicare il numero della Cartella di pagamento/Avviso di Addebito o i periodi oggetto di annullamento per i quali viene richiesto il riconteggio, le modalità di pagamento (unica soluzione o rateale, per il quale non è richiesta una specifica autorizzazione), l’impegno ad effettuare il versamento entro il termine ultimo del 31 dicembre 2023, l’importo eventualmente versato dal 1° gennaio 2023 fino alla data di annullamento del 30 aprile 2023 (che verrà decurtato dal quantum dovuto). Fino a che non si pagherà l’intera somma dovuta non verranno accreditati i periodi contributivi.